Si
hanno notizie di Quezzi (anticamente “Queci”) risalenti a periodi anteriori
all’anno 1000: in quell’epoca la zona era abitata da contadini che
sfruttavano le abbondanti acque del Fereggiano e dei due torrenti che lo
formano, il Rio Molinetto e il Rio Finocchiara. La zona era costellata di
piccoli centri abitati ricordati ancora oggi dalla toponomastica attuale: Vegoli
(oggi Egoli) , Zinestedo (oggi Ginestrato), ecc.
Per seguire la storia del quartiere è necessario seguire quella della Chiesa
della Natività di Santa Maria: si hanno le prime notizie di una cappella
nominata a "Sanctae Mariae de Queci" in una Bolla sottoscritta da Papa
Adriano IV del 1158 con il quale assegnava la cura della cappella ai Canonici di
San Lorenzo. Nella stessa Bolla viene nominata una cappella dedicata a
Sant’Ambrogio nella zona di Egoli; non esiste più traccia del tempio ma,
secondo i racconti di alcuni
anziani, la cappella è esistita fino agli anni ’70 utilizzata come fienile ed
in seguito demolita.
Nel 1190 la popolazione a Quezzi era cresciuta a tal punto da acquisire il
diritto di nominare i suoi Consoli per la Repubblica di Genova.
Nel 1300 ci furono degli scontri fra gli abitanti di Quezzi (Ghibellini) e
quelli di Marassi (Guelfi) tanto che fu innalzata una torre vicino alla Chiesa,
probabilmente l’attuale campanile.
Nella seconda metà del ‘400 nacque, da una famiglia del Ginestrato, Susanna
Fontanarossa: sarà la madre di Cristoforo Colombo. Nello stesso periodo fu
edificato l’Oratorio di Santa Maria Maddalena per volere dell’omonima Confraternita.
Fra ‘700 e '800 le colline intorno a Quezzi furono fortificate con i Forti
Quezzi, Ratti e Richelieu che saranno utilizzati per difendere Genova fino alla
2^ Guerra Mondiale.
Nel 1873 il Comune di Marassi, del quale faceva parte Quezzi, venne inglobato
dal Comune di Genova. Qualche anno dopo fu realizzata la strada carrabile: poco
tempo dopo sarà istituito un servizio di Omnibus a cavalli fino all’attuale
Largo Merlo. La realizzazione della strada aiutò molto la popolazione di Quezzi
che, dal 1800 fino al 1970 circa, affiancò alla tradizionale economia contadina
il mestiere di “lavandaia per conto terzi”: gli uomini, che erano impiegati
soprattutto in porto, portavano al ritorno dal lavoro gli involti di biancheria
da lavare appartenenti a famiglie benestanti o alle navi che attraccavano. Le
donne provvedevano a lavare la biancheria negli appositi lavatoi costruiti
attorno ai torrenti e a stendere la biancheria sui prati circostanti.
Questo è anche il periodo in cui Quezzi era meta di Villeggiatura per alcune
famiglie Genovesi benestanti: nella frazione “Olmo” fu costruito il
“Teatrino dei Villezzanti” dove, con la sua Compagnia, recitò anche il
grande Gilberto Govi.
Da ricordare, nel 1907, la nascita della Società
Operaia Cattolica "Cristoforo Colombo" che diede vita anche alla
Cooperativa dei contadini.
Nel secondo dopoguerra Quezzi conobbe l’immigrazione proveniente soprattutto
dall’Italia meridionale e, di conseguenza, l’esplosione dell’edilizia
residenziale che porterà alla sua definitiva trasformazione da paese a
quartiere della “Grande Genova”; nonostante ciò, alcune zone come il
Molinetto, l’Olmo, Egoli, Panissa, hanno mantenuto la loro originaria
topografia a testimonianza del suo passato.
Le foto pubblicate in questa pagina appartengono alla collezione di Mario Vernazzano o sono tratte dal sito Antiche Cartoline di Genova.